"Alice rise: "è inutile che ci provi, non si può credere a una cosa impossibile".
"Oserei dire che non ti sei allenata molto", ribatte la regina.
Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere a sei cose impossibili prima di colazione". (Lewis Carroll)

La storia della cosmetica n. 4

I segreti ed il sapere riguardanti la cura del corpo, nonché l’uso dei cosmetici si diffusero ben presto dall’Oriente alla Grecia ed al mondo romano. Le civiltà classiche attribuivano alla bellezza fisica, qualità quali il comportamento nobile ed intellettuale. Gli antichi Greci (900 a.C.) introdussero un metodo di pulizia del corpo attraverso l’unzione con oli profumati, (al fine di evitare i cattivi odori e l’eccessiva sudorazione) che poi venivano rimossi attraverso l’uso di strisce vegetali. Le donne utilizzavano pomate a base di arsenico e di piombo per depilarsi e dedicavano molta cura alla preparazione del trucco. La base del trucco era realizzata attraverso la polvere di minio , che rendeva l’incarnato roseo, lo stesso era poi steso come un velo sulle labbra per accentuarne il colore. Gli occhi, anch’essi molto curati, erano resi più grandi ed espressivi attraverso l’uso del kohl; anche i capelli erano spesso schiariti e tinti con sostanze a base minerale o vegetale. 
Gli antichi Romani impararono ed attinsero molto dalle conoscenze e dalle abitudini igieniche dei Greci. “Bagni termali, trattamenti cosmetici per il viso e per il corpo, massaggi con oli dalle proprietà benefiche erano praticati sia alle donne che agli uomini.” Questi bagni termali erano svolti con cadenza settimanale ed oltre alla pulizia ed all’igiene del corpo, permettevano di renderlo più tonico e morbido. Era rigoroso l’ordine da seguire riguardo all’immersione del corpo nelle vasche con acqua termale: calidarium, tepidarium, frigidarium ; nell’acqua inoltre, erano aggiunti amido di crusca e latte d’asina, che rendevano la pelle più morbida e bianca. Per quanto riguarda il trucco delle donne, ma in particolar modo di quelle patrizie, questo era molto curato e ricercato: gli occhi incorniciati e resi più espressivi attraverso lo stibio , che li faceva risaltare rispetto al candore del viso ove era applicata una base chiara, la bocca spiccava anch’essa attraverso una colorazione purpurea. Si deve ai Romani il merito di aver trascritto antiche ricette di bellezza, le quali in questo modo non sono andate perdute. Preziosi consigli di bellezza si ritrovano nell’ “Ars Ornandi” di Plinio e nell’ “Ars Amandi” di Ovidio, che invitavano le donne ad avere cura della propria persona, evidenziando in modo naturale la bellezza posseduta, nascondendo, se necessario, alcuni difetti del viso e del corpo. 

Nel IV secolo d.C., con la caduta dell’Impero romano d’Occidente, si affermò definitivamente il Cristianesimo quale religione ufficiale. “Il primo cristianesimo aveva ereditato dagli antichi il fatto di attribuire una grande importanza alla natura della perfezione e della vera bellezza, per cui si disprezzava l’uso dei cosmetici proprio perché il ricorso a tali mezzi alimentava una falsa illusione di possedere e mostrare entrambe le virtù.[…] Perciò, si credeva che l’uso dei cosmetici rendesse evidenti i due peccati di orgoglio e lussuria.”  Volendo sintetizzare il concetto, l’uso dei cosmetici era permesso solo ed esclusivamente per la cura dell’igiene del corpo e per salvaguardare la salute dello stesso. L’eccesso di utilizzo per abbellire l’aspetto era bandito in quanto utilizzato quale strumento di vanità o di mascheramento, attraverso artifici, del proprio aspetto. 

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