"Alice rise: "è inutile che ci provi, non si può credere a una cosa impossibile".
"Oserei dire che non ti sei allenata molto", ribatte la regina.
Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere a sei cose impossibili prima di colazione". (Lewis Carroll)

La storia della cosmetica n.10

Verso la metà dell’Ottocento, accantonato il periodo dell’ideale romantico all’insegna della sofferenza interiore ben esternata anche all’esterno, attraverso un aspetto quasi malsano e tubercolotico, si passò ad uno stile di vita più sano, con la predilezione di un viso roseo e di un fisico forte, ottenuti conducendo una vita maggiormente all’aria aperta. Bagni tiepidi con saponi erano fatti quasi ogni giorno con pulizia del capo e del corpo attraverso la frizione di prodotti specifici. Soprattutto nella seconda metà dell’Ottocento tornarono in voga quali ausili al raggiungimento dei canoni di bellezza del XIX secolo il rouge a tinte delicate, colori per le labbra e per gli occhi, ciprie e prodotti sbiancanti come il magnesio e smalti al piombo. “La moda e l’uso di cosmetici forniva a certe donne modalità particolari per manifestare la loro identità di classe. Di conseguenza, se non altro presso la borghesia, i prodotti di bellezza cominciarono a perdere la connotazione negativa di maschere sociali o di mezzi per dissimulare la propria vera identità, e contribuirono alla formazione sociale di una middle class” .
L’industrializzazione e la diffusione di benessere economico nella popolazione incrementò il processo di produzione e commercializzazione di prodotti cosmetici nonché di utilizzo. Con l’introduzione di prodotti di sintesi e di nuove sostanze organiche si dette il via alla realizzazione di formule d’avanguardia. […] Da quel momento in avanti la vendita di cosmetici iniziò un’ascesa spettacolare. Mentre il commercio italiano, in quel periodo dell’Ottocento, rimase sostanzialmente legato a prodotti ancora di natura artigianale, almeno fino agli inizi del XX secolo (le donne della classe media italiana del XIX secolo spesso si preparavano da sé i propri cosmetici o facevano ricorso a preparazioni artigianali), altri paesi europei, ma soprattutto la Francia, videro la nascita delle prime grandi case cosmetiche tra cui: Guerlain (1828), Roger & Gallet (1862 che acquista la formula dell’eau de Cologne di Farina), Bourjois (1863), Coty (1905). L’ingresso sul mercato di queste grandi aziende a livello internazionale segnò profondamente le aziende italiane che non riuscivano a competere con i colossi francesi, segnando una profonda crisi nel settore.

Le grandi case cosmetiche francesi citate nacquero inizialmente come parfumieres (grazie soprattutto alla produzione industriale di alcool nei primi anni del XIX secolo) e successivamente, grazie ai proventi che riuscivano a permettersi, effettuarono una diversificazione delle linee produttive, passando alla produzione di altre tipologie di prodotto oltre ai profumi. Guerlain, ad esempio, cominciò dapprima a vendere pomate per le labbra, passando alla produzione di rossetti nel 1880 con la creazione del primo rossetto moderno. Le industrie italiane cercarono in qualche modo di contrastare e di rispondere alla concorrenza, rilanciando il talco veneziano, ciò però, non servì a molto poiché fu ritenuto inferiore al corrispondente francese.

Commenti

  1. Guerlain è un marchio storico che mi piace da sempre...ottimo post!!

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  2. Ciao cara, ti ringrazio per il complimento! Anche io adoro Mr. Guerlain! :) Ti invito a leggere anche gli altri post riguardo la storia della cosmetica... è molto interessante scoprire come si è arrivati al mekeup dei giorni nostri nell'arco di secoli...
    Baciiii.

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